Ep. 2 – Elisa la parrucchiera, Vieri e Amelia che le cambiarono la vita
Tu sei quello che canti. E i veri cantanti questo lo sanno bene. Non si tratta soltanto di aprire la bocca e usare una serie di tecniche. Tu sei quello che canti. Sei la tua vita. La metti in quelle note, nella tua voce. E capita che la vita metta in fila rapidamente gioia e dolore. Elisa Toffoli se ne accorse appena una settimana dopo il suo matrimonio. Neanche il tempo di gustarsi l’adrenalina e il piacere della luna di miele ed ecco il lutto. Se ne andava per sempre Amelia Leban, e per Elisa fu il precipitare in basso mentre veniva risucchiata all’indietro, dove tutto era cominciato. Poi c’era di mezzo anche Vieri, ma ci arriveremo. Prima Amelia.
“Non la fermarono i miei orrendi ritardi o il mio disordine, la mia totale mancanza di disciplina fu per lei solo uno stimolo a disciplinarmi il triplo” ha ricordato Elisa, prima sul Web, poi sulla stampa, quindi nella sua autobiografia. Amelia era la maestra di pianoforte di Elisa: “Ricordo ancora il suo modo di insegnare, di infondere fiducia e insieme farmi sentire responsabile, nel bene e nel male”. Questo voleva dire la matita infilata tra il corpo e il braccio, per controllare la postura, i rimproveri tremendi quando la lezione era stata mal preparata e gli esercizi venivano eseguiti in modo approssimativo, il suono del dito che batteva sul tavolo ogni volta che la giovanissima allieva si stava avvicinando all’errore e si intestardiva a non rendersene conto.
Elisa Toffoli era la figlia di una parrucchiera a Monfalcone, profondo Friuli, lavorava a sua volta come sciampista. Ma amava la musica, era il modo per esprimere tutto quello che altrimenti non riusciva a dire, e di affrontare quegli stati d’animo che la travolgevano e la portavano verso “Qualcosa che non c’è”, come poi ha raccontato in una sua canzone. Amelia capì in fretta che la ragazzina ci teneva a scrivere la sua musica: “Iniziò a insegnarmi l’armonia, capendo che io più di tutto volevo scrivere musica, e nello specifico, canzoni pop. Non male per un’insegnante di musica classica che all’epoca aveva quasi settant’anni e si trovava davanti una ragazzina di quindici che aveva lasciato la scuola, ascoltava rock alternativo e suonava punk e brit pop”.
Nel mentre Elisa faceva pianobar, suonava cover in giro nei piccoli club di provincia. Esiste ancora in Rete un suo filmato in cui canta in coppia con un altro concorrente “Questione di feeling” ospite in piazza del Karaoke presentato da Fiorello. In quel periodo andò ad ascoltare un gruppo della provincia friulana che andava forte. Si chiamavano So Fucking What e ci suonavano Max Gelsi, Christian Rigano e Andrea Fontana. Da loro era attratta e intimorita, il timore si trasformò in amicizia, l’amicizia in una band. Ma Elisa ci teneva più di ogni altra cosa a far arrivare la sua musica alla gente, a chi produce. Esiste ancora chi ha voglia di scommettere sul talento? A cambiarle la vita fu Vieri, amico della madre, che aveva uno studio di registrazione ed era in contatto con Caterina Caselli. Fece avere a Madame Sugar il demo di Elisa. Partenza, decollo.
Figlia di un crocevia di culture (italiana, slava, friulana) Elisa si ostinava a cantare in inglese, un inglese pieno di difetti perché imparato da autodidatta. Si mise contro i discografici che preferivano cantasse in italiano. Lo ha fatto col tempo, e dopo aver tentato di conquistare il pubblico americano, che però, da Alanis Morissette in poi, ha già in casa tutte le “maestre” di Elisa. Così si è tenuta il suo mix: un po’ italiana, un po’ “altra”, che l’ha resa a suo modo speciale, anche nel modo di fare la giudice da talent show. Non ha perso la sua “voce” anche quando l’ha trasformata. E’ quello che conta.
SPOILER – Pete aveva 23 anni, era figlio di una famiglia disastrata, abusato sessualmente da un parente stretto, cresciuto nella periferia segnata dalla guerra tra bande. Si portava appresso una rabbia e un’ambizione titanici e decise di renderli suono. Era il suo modo di sopravvivere e andare oltre lo schifo. Raccontando la storia di un ragazzo molto speciale ha vinto tutte le avversità e fatto la storia della musica del secondo Novecento con un album diventato mitico. Di questo parleremo nella prossima puntata.
Cristiano Sanna Martini [“Musicista (Elora, Tancaruja, Signor Palomar e varie collaborazioni). E giornalista: in passato ha scritto per L’Unione Sarda, Il Sole 24 Ore, Cineforum, Rockstar, Duel, Lettera 43. Un po’ di tv e molta radio. Ma ora è Web e social, bellezza. E dunque: Tiscali News. Su Twitter diventa @Crikkosan”]